LA MIA PRIMA VOLTA CON JOHN
Elio Repetto - La mia prima volta con John
“Imagine there’s no heaven… No hell below us…Imagine no possessions…”. Grande canzone!
La mia prima volta con John Lennon, e con i Beatles, dura da più di quarant’anni. E’ tuttora la prima volta.
Un valore, se è un valore, rimane. Si può disquisire poi sulla sua autenticità, e giudicarlo universale o relativo, o anche solo di nicchia; ma il valore se c’è, c’è. D’altra parte, quando un’idea, un gesto, un’espressione s’impongono con naturalezza, diventano automaticamente valori. La pace è uno di questi e, come l’acqua calda, sappiamo che non ha bisogno di essere brevettata.
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Roberta Boccacci
Così conobbi John e mi piacquero i suoi occhiali. Era di primavera. In fondo al corridoio più lungo e impercorribile del tunnel della mia timidezza. Una semplice attitudine a sbalordire davanti agli umani, specie se piccoli, come me , di pochi anni. Avevo 10 anni.
Al quarto piano senza ascensore sull’angolo di una via che si chiamava Bel-fiore.
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Vittorio Cucchiarelli
Il primo incontro con Lennon e i Beatles avvenne in modo inconsapevole.
Inizio degli anni 70, pomeriggio invernale davanti ad un televisore a valvole
inevitabilmente in bianco e nero: potente attacco di chitarra elettrica
accompagnato da immagini girate con una telecamera roteante, é Joe Cocker che
canta una cover dei Beatles " She came in Trough the bathroom Window", sigla di
un programma intitolato "Avventura".
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Manuela Bertuletti
Immaginati, cara maestra, una quindicenne molto incazzata e pensare che non mi
sarebbe mai passato per la mente di partecipare a una di quelle feste di super
bamboline liceali! Chiarisco: ero anch’io una liceale, ma non mi si poteva considerare una bambolina; non una di quelle tipe magre che, in abiti griffati e con trucco Dior,
mostrano le loro qualità non intellettuali.
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